La Legge 68/1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, prevede all’articolo 21 che il Ministero del lavoro predisponga e presenti al Parlamento, con cadenza biennale, una Relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni contenute nella norma stessa.
La VII Relazione al Parlamento, relativa agli anni 2012 e 2013, diversamente dalle precedenti, non è stata oggetto di una vera e propria presentazione o audizione nelle Commissioni competenti (Lavoro o Affari sociali).
Essa è stata inviata alle due Commissioni della Camera con nota del 4 agosto 2014. Se ne prende atto in una breve annotazione agli Atti della Commissione Affari sociali della Seduta del 5 agosto scorso, tra gli allegati dedicati alle comunicazioni varie. Non risulta agli Atti delle due Commissioni che la Relazione sia stata oggetto di audizioni o posta all’ordine del giorno.
La VII Relazione al Parlamento sulla Legge 68/99 evidenzia come, sotto gli effetti della crisi congiunturale, gli strumenti per garantire il diritto al lavoro delle persone con disabilità
Al 31 dicembre 2013 si registra una riduzione del numero delle persone con disabilità iscritte agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio. Il valore registrato si assesta sulle 676.775 persone iscritte, al di sotto quindi della soglia delle 700.000 unità come si era verificato unicamente nel 2011. Osservando i dati sulle iscrizioni avvenute solo nel corso dei singoli anni, trova conferma l’andamento evidenziato, che colloca il 2013 ai valori minimi registrati dall’introduzione del collocamento mirato (68.020 iscritti; erano 65.795 nel 2011). Dal punto di vista della composizione di genere, non solo le donne con disabilità iscritte al 31 dicembre 2013 risultano numericamente inferiori agli uomini (47,2%), ma la contrazione del numero delle iscrizioni coinvolge in misura maggiore l’universo femminile.
Il numero degli avviamenti delle persone con disabilità sancisce nel 2012 e 2013 la ripresa di un trend negativo che aveva precedentemente determinato il minimo storico nel 2009 (20.830) e che porta gli avviamenti di persone con disabilità a 18.295 a fine 2013. In un’ottica di genere, gli avviamenti interessano le donne con disabilità in misura inferiore rispetto agli uomini in tutte le ripartizioni geografiche. Inoltre, il calo degli avviamenti tra le due annualità colpisce in maniera più acuta le donne (i cui avviamenti diminuiscono complessivamente del 6% contro il 3% degli uomini).
La crisi economica e occupazionale si ripercuote anche sulle tipologie contrattuali utilizzate per l’assunzione dei lavoratori con disabilità, determinando un processo di progressiva precarizzazione. Nel 2013 le posizioni a tempo indeterminato scendono al 35,1% del totale e quelle a tempo determinato salgono al 57,7%.
Nel biennio 2012-2013 si registra una contrazione delle quote di riserva (ossia dei posti riservati alle assunzioni di persone con disabilità), tanto nel settore privato (da 158.295 posti a 117.136) quanto in quello pubblico (da 76.770 a 69.083). Su tali dati incide sicuramente il maggior numero di mancate risposte fornite dalle province nel passaggio dal 2012 al 2013. Tuttavia, mentre nel settore privato registriamo anche un decremento dei posti disponibili: dai 41.304 del 2012 ai 26.739 del 2013, nelle imprese pubbliche si evidenzia invece un significativo incremento dei posti calcolati come scoperti (pari a 14.499), pur in presenza di un numero maggiore di province non rispondenti (30%).
Per maggiori dettagli sulla VII Relazione al Parlamento è possibile consultare le nostre analisi nei Focus Diritto al lavoro e Condizioni di lavoro.