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Salario minimo rischia di compromettere persone con disabilità

L’attuale situazione economica e sociale rischia di rendere insostenibili i costi da pagare per le persone con disabilità e le loro famiglie, non ultimo quello riguardante il lavoro domestico, comparto questo che sarebbe stato attinto dal salario minimo per legge. Per questo la federazione ha guardato con molto interesse il dibattito sul salario minimo per legge perché questo avrebbe impattato significativamente sulla tenuta economica sia delle persone con disabilità sia delle loro famiglie, costrette per la condizione in cui vivono e la mancanza di servizi strutturati a ricorrere al lavoro domestico.
Come già accaduto il 16 gennaio, tali contratti sono stati oggetto di nuovi accordi sui minimi retributivi, derivanti dalla variazione del costo della vita, con conseguente “scatto” in avanti delle retribuzioni stesse, a partire dal 1 gennaio 2023, come si può evincere dalla tabella disponibile a questo link. Si tratta di costi crescenti che hanno inciso pesantemente sulle stesse persone con disabilità e sulle loro famiglie già gravate da situazioni quanto mai complicate, rischiando di diventare insostenibili.
“Un eventuale introduzione del salario minimo per legge, aumenterebbe ancor di più il costo del lavoro domestico con un ulteriore impatto economico su coloro che necessitano di assistenza personale in varie fasi della vita quotidiana, dalle più semplici alle più complesse, andando a rendere concreto sempre  più il “viatico ideale” per un’ulteriore segregazione delle persone con disabilità. Per questo ci aspettiamo nei prossimi provvedimenti economici specifici interventi perché è certamente sacrosanta l’attenzione alla situazione dei lavoratori e delle lavoratrici ma tali provvedimenti impattano anche sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie ormai alle soglie della povertà, se non già oltre quelle soglie, ricordando sempre che disabilità e povertà si potenziano reciprocamente, in una sorta di circolo vizioso, ciò che si tocca ancor più con mano in situazioni di crisi come quella attuale”. A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.

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