Per mesi una serrata propaganda, necessaria a distrarre dalle vere esigenze della spesa sociale, si è basata sull’affermazione che una pensione su quattro finisce ai falsi invalidi.
A questa tesi si è adeguata persino la maggioranza dei deputati: il 21 luglio, 4 mozioni su 5 approvate riprendevano pedissequamente le dichiarazioni di Mastrapasqua, Presidente dell’INPS, secondo il quale nel 2010 il 23% delle pensioni controllate sono state revocate. Quasi una su quattro.
E su questo teorema (molti “invalidi” non lo sono) si sono adeguate anche alcune testate. Una fra tutti Panorama, che ha dedicato alla questione una “pesante” copertina (“Scrocconi!”) e un robusto dossier basato sul verbo INPS e sulle istanze più giustizialiste e sbrigative.
A distanza di mesi, il Ministro del Lavoro risponde ad un’interrogazione di Reguzzoni (Lega) che chiedeva conto dello stato dell’arte nella caccia ai falsi invalidi.
Sacconi ha risposto formalmente smentendo i dati di Mastrapasqua: “All’interno del piano di verifiche straordinarie a livello nazionale nel 2009 è stato revocato l’11,69% delle prestazioni, ovvero c’è stato il riscontro di 21.282 non conformità su circa 200.000 controlli effettuati. (…) Nel 2010 la percentuale di non conformità, su circa 100.000 controlli, è stata del 10,2%, con 9.801 revoche totali”.
Sintesi: nel 2010 la percentuale delle revoche è inferiore di un punto e mezzo rispetto al 2009. E soprattutto è clamorosamente falso che una pensione su quattro va ai falsi invalidi.
Se non bastasse, Mauro Nori, Direttore Generale dell’INPS, a fine settembre, partecipando ad una assemblea di Confesercenti, ha dichiarato: “abbiamo revocato pensioni di invalidità per il 10% (…) Per le revoche siamo in attesa di eventuali contenziosi”.
Nori sa benissimo che su quelle revoche pende il contenzioso e ricorda altrettanto bene che l’INPS soccombe davanti al Giudice nel 67% dei casi. Quindi, quel 10% è destinato a scendere di oltre la metà: 4 revoche confermate ogni 100 controlli.
Sono 800mila i controlli affidati all’INPS e sempre più numerosi si segnalano i casi di convocazione di persone con gravissima disabilità, stabilizzata e ingravescente, disagi, revoche incomprensibili. 800mila controlli con un costo di gestione e umano enorme, a fronte di un risultato ridicolo in rapporto alla spesa.
“Quello dei falsi invalidi è un ‘mito fondativo’ necessario a dimostrare che la spesa sociale sarebbe destinata a persone che non sono autenticamente bisognose, per cui non ci meraviglia che si giochi con le cifre e con i dati. Una manipolazione quanto mai utile a chi vuole mascherare da riforme operazioni di taglio brutale della spesa. – annota Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Non ci resta che augurarci che, adesso, almeno alcune coscienze critiche alzino la loro voce e la uniscano alla nostra”.
Nella sua nota di risposta a Reguzzoni, il Ministro evidenzia come fra il 2009 e il 2010 le domande di accertamento siano scese di 77.039 unità. Ciò deriva, secondo Sacconi, dall’azione deterrente dei controlli. In realtà il Ministro dimentica quale sia stato il caos in Italia dal primo gennaio 2010. In quella data doveva entrare a pieno regime la nuova modalità telematica-informatica delle domande di invalidità, gestita dall’INPS, partita male e proseguita peggio.
Ulteriori dati ed approfondimenti sul tema sono consultabili su Superando.it all’indirizzo http://www.superando.it/content/view/7980/111/.