Un commento di Silvia Cutrera, coordinatrice gruppo Donne Fish
È stata pubblicata nei giorni scorsi dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza – l’apprezzabile ricerca sul tema della violenza di genere in cui fin dalla Prefazione e Introduzione è messo in evidenza come l’agire violento nei confronti delle donne con disabilità, accompagnato da pregiudizi e discriminazioni, riduca le vittime al silenzio rendendole invisibili e ciò può portare a sottovalutare o ignorare il problema impedendo di avere una visione chiara e completa della portata della violenza nei confronti delle donne con disabilità. Per superare la grave lacuna della mancanza di dati, nella pubblicazione elaborata dal Servizio Analisi Criminale della Direzione centrale della Polizia Criminale, oltre ai dati generali relativi ai reati commessi nei confronti delle donne nei primi nove mesi del 2023, c’è un capitolo dedicato alla “violenza nei confronti delle donne con disabilità” curato dall’OSCAD dove sono stati estrapolati i dati disaggregati per genere e disabilità riferiti al periodo 1 ottobre 2022-30 settembre 2023 inserendo per la prima volta il parametro di ricerca disabile/invalido/portatore di handicap. Premesso che tali dati sono riferiti solamente alle denunce presentate e quindi rappresentano una minoranza esigua rispetto a quelli che non emergono e non vengono denunciati, il confronto con i dati raccolti l’anno precedente evidenziano un notevole incremento, più del doppio, del numero di reati per ciò che riguarda i maltrattamenti (238 contro 105), la violenza sessuale (54 contro 24) e gli atti persecutori/stalking (32 contro 6).
Ciò dimostra quanto sia fondamentale la raccolta di dati che tenga conto della specificità delle donne con disabilità per avere una conoscenza approfondita sul fenomeno della violenza contro le donne con disabilità e affrontare seriamente questo complesso problema che richiede attenzione e azioni mirate.