Mi sono imbattuta in una situazione che nella pratica capita di frequente. Ovvero il caso di una persona normodotata che ad un certo punto della sua vita si è trovata catapultata nel mondo della disabilità. In questa situazione già complicata di per sè non è facile adottare un cambiamento di vita radicale, non sempre le ispirazioni da normodotati possono essere applicate nel mondo della disabilità, in quanto la disabilità è incompatibile con le ispirazioni professionali. In che modo la persona diventata disabile può essere accompagnata in un nuovo percorso lavorativo, nel momento in cui le sue aspirazioni non possono essere realizzate. Vi faccio un esempio pratico un soggetto studia veterinaria, si specializza in riproduzione animale, prima di ottenere la specializzazione insorge la disabilità. La disabilità visiva è incompatibile con questo percorso, a livello lavorativo questo percorso non può essere applicato. La persona in questione nonostante le evidenze non vuole cambiare aspirazione. In che modo si potrebbe accompagnare al lavoro un soggetto che a causa della disabilità non può utilizzare le competenze, i titoli di studio acquisiti? E' sufficiente a vostro avviso una presa in carico globale del soggetto, dandogli gli strumenti per acquisire la consapevolezza che questa professione non la potrà mai svolgere, a causa della disabilità? Quali alternative si potrebbero prospettare se il soggetto in questione non vuole cambiare idea?
Questa è un’area di lavoro, confronto, discussione. JobLab è un progetto dedicato all’occupabilità e all’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. Il progetto, oltre a questa comunità di pratica, prevede attività di indagine e ricerca, incontri di formazione territoriali ed eventi di animazione.
In questa comunità, una volta iscritto, puoi partecipare a discussioni o proporne di nuove, caricare o segnalare fonti utili, commentarle, contribuire alla scrittura di documenti condivisi, partecipare a problem solving con domande e risposte.
Io penso che con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità sia ormai chiaro anche il nuovo ruolo degli operatori/tecnici che lavorano con queste persone. Non si tratta più di dire cosa è o non è adatto alla persona con disabilità, ma semplicemente trovare strategie e modalità affinché si possa sostenere quella persona nella fruizione dei suoi diritti. Altrimenti la società di tutti non sarà mai di tutti, si continuerà a pensare che le persone con disabilità non possano autodeterminarsi, non possano avere aspirazioni professionali, ma si debbano accontentare.