Molte donne con disabilità sono ancora escluse dall'accesso al mercato del lavoro aperto. Oltre alla categoria dei disabili intellettivi e relazionali, psichiatrici, un'altra categoria esclusa dall'accesso nel mercato del lavoro libero ed aperto, è quella dei disabili visivi. E' necessario un cambiamento culturale, purtroppo le persone comuni, credono che senza la vista non si può lavorare, compiere gli atti della vita quotidiana, ci sono persone che pensano che un disabile visivo non può usare il computer, ignorando gli aiuti tecnologici esistenti a tale scopo. Il 75% dei disabili visivi non lavora. I disabili visivi che riescono ad accedere al mondo del lavoro, sono costretti a svolgere le classiche professioni per non vedenti, ad esempio il centralinista (anche se questa professione sta sparendo dal mercato del lavoro), oppure il fisioterapista, l'insegnante. Bisognerebbe trovare delle strategie per l'inclusione dei disabili visivi nel mondo del lavoro a livello pratico. Tuttavia è inutile proporre dei corsi per centralinisti, visto che questa professione non viene richiesta dal mercato del lavoro. I collocamenti mirati, in molti casi non riescono a collocare i disabili visivi, in quanto vivono in zone svantaggiate, oppure perchè sono altamente qualificati (ovvero hanno titoli di studio alti come la laurea, dottorati etc, hanno lavorato all'estero...). I non vedenti non trovano un'occupazione per loro soddisfacente, bensi di ripiego. Ogni difficoltà ha la doppia prospettiva, ovvero come nel caso dei disabili in generale, anche i non vedenti ed ipovedenti hanno un ruolo passivo, per quanto riguarda il loro inserimento lavorativo, molto spesso non riescono a comunicare all'azienda che li dovrebbe assumere le loro necessità legate agli ausili tecnologici e di ogni tipo a loro necessari, al fine di poter lavorare in posizione di parità rispetto agli altri. Probabilmente i non vedenti ed ipovedenti non hanno una formazione specifica in questo ambito, All'interno delle aziende spesso ci sono dirigenti che non hanno mai avuto a che fare con la disabilità. Noi esperti del settore dovremo formare, da un lato i disabili per renderli piu' consapevoli, far si che non si vedano come una presenza ingombrante in azienda, stabilita dalla legge n. 68 del 1999, dall'altro dovremo formare le aziende, in modo generale sulle necessità legate ad ogni tipo di disabilità, le quali vanno adattate al singolo soggetto.
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