La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il 6 febbraio 2011 l’Accordo sul documento concernente il “Piano d’indirizzo per la riabilitazione” (pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 60 del 2 marzo 2011). Su quel documento, in questi mesi, non sono mancate decise critiche e perplesse osservazioni.
Ed è stato proprio il “Piano” al centro dell’incontro di primo confronto che il Sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ha concesso ad AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), Cittadinanzattiva, FLI (Federazione Logopedisti Italiani) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dopo la circostanziata richiesta che queste Organizzazioni hanno fatto pervenire al Ministero.
Le perplessità anticipate al Ministero sono già note: il “Piano” appare già superato prima ancora di una assai improbabile applicazione. “Sembra che la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità sia completamente ignorata nell’estensione del Piano – affermano le voci critiche – e dei principi dell’articolo 26 su abilitazione e riabilitazione non si trova traccia”. Multidisciplinarietà assente o limitata, scarsa attenzione ai servizi territoriali, rischio di ospedalizzazione, insufficiente valorizzazione della formazione iniziale e permanente dei professionisti dei servizi di abilitazione e riabilitazione: sono solo alcune delle perplessità espresse anche nel corso dell’incontro con il Sottosegretario Martini.
L’esito, secondo le Organizzazioni, è cautamente positivo ma non del tutto soddisfacente. Lo stesso Sottosegretario Martini ha convenuto che i termini dei problemi posti sono condivisibili, ripercorrendo tutte le storture del nostro sistema in ambito riabilitativo.
Fra le ipotesi di lavoro più interessanti si segnala l’elaborazione un “libro nero” sul malfunzionamento del sistema riabilitativo in Italia. Una sorta di elenco di “cattive prassi” da evitare.
Ancora più impegnativa e dai risvolti più operativi è la costruzione di un nuovo documento sui percorsi assistenziali in riabilitazione. Serve una riflessione che chiarisca, fra l’altro, l’appropriatezza della figura medica di riferimento (fisiatra per le disabilità motorie, neuropsichiatra per le disabilità intellettive e relazionali ecc.), l’esigenza di un vero lavoro di équipe che parta dalla figura del case manager, il riequilibrio tra prestazioni in regime di ricovero e prestazioni ambulatoriali e domiciliari e che centri altri aspetti rilevanti nei processi abilitativi.
AIFI, Cittadinanzattiva, FLI e FISH hanno infine accolto favorevolmente l’invito ad una più articolata interlocuzione con il Ministero in vista dell’istituzione dell’Osservatorio per l’attuazione del Piano sulla Riabilitazione.
Il testo di questo comunicato è stato concordato dalle Organizzazioni partecipanti all’incontro.