Dopo aver rinunciato alle preannunciate disposizioni che avrebbero colpito le persone con disabilità, ora la Commissione Bilancio del Senato rivolge la sua attenzione ai bambini, in una logica di apparente risparmio.
La Commissione ha infatti approvato un emendamento (Senatori Esposito e Latronico, PdL) che prevede l’aumento nel numero massimo di bambini nelle classi frequentate da alunni con disabilità. Il limite massimo è fino ad oggi di 20 alunni (DPR 81/2009, articolo 5.2).
La prospettiva reale è quella di classi sempre più sovraffollate che mettono a rischio la qualità stessa dell’istruzione e dell’inclusione scolastica. Un atto, quindi, gravissimo che colpisce, ancora una volta, i più deboli. Un danno che riguarda tutti i bambini, siano essi disabili o meno.
Ma oltre all’atto discriminante, che non mancherà dell’ennesimo vincente strascico in Corte Costituzionale, c’è anche un evidente errore di valutazione economica. Se le classi sono sovraffollate, i docenti non potranno seguire con attenzione i bambini con disabilità e questo causerà un’impennata nella richiesta di insegnanti sostegno. E di fronte agli eventuali rifiuti vi sarà un fiorire di ricorsi al giudice, nei quali le amministrazioni scolastiche, come avviene ormai in ogni dove, saranno soccombenti. Un contenzioso che causerà un aumento di costi ben superiore ai risparmi previsti.
È l’ennesimo “colpo di mano”, oltre che iniquo, pure piuttosto vacillante ed improvvisato sotto il profilo del calcolo economico.
FAND e FISH, le due Federazioni reduci dalla riuscitissima Manifestazione del 7 luglio scorso, non hanno abbassato la guardia su tutto quanto riguardi le persone con disabilità, in particolare i bambini. Esprimono, quindi, il loro rifiuto all’emendamento che, se approvato definitivamente, non potrà che creare disagio ai bambini e alle loro famiglie e rendere ancora più devastato un sistema scolastico già messo a dura prova da tagli e misure restrittive. Senza nessun risparmio effettivo.
Quell’emendamento va ritirato, abrogato, soppresso nell’interesse di tutti. Compreso del Ministero dell’economia.