Capire il presente per orientare il futuro: sarà questo il messaggio-chiave del prossimo Congresso Nazionale online della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che tra il 16 e il 17 luglio potrà contare sulla partecipazione dei principali esponenti del mondo politico, associativo, e di una serie di Ministri del Governo Draghi.
«Il devastante impatto della pandemia nei confronti delle persone con disabilità – sottolinea il Presidente della FISH Vincenzo Falabella – è emerso in tutta la sua evidenza, sia a livello nazionale che internazionale, determinando un ulteriore isolamento ed esclusione dalla società di tali persone e delle loro famiglie. È accaduto in particolare nelle strutture residenziali che ospitano persone con disabilità, ma anche nei confronti di coloro che vivono in casa propria, quasi sempre assistiti da un familiare o da un assistente personale. È su questo dato innegabile che durante il nostro Congresso del 16 e 17 luglio intendiamo coinvolgere i rappresentanti delle Istituzioni e delle forze politiche, per chiamare tutti a precise responsabilità: le persone con disabilità e le loro famiglie non dovranno più essere trattate come un “corpo separato” nella società. Da qui si dovrà ripartire dopo la pandemia».
In queste parole, dunque, trova sostanza e concretezza il messaggio-chiave iniziale, che richiede appunto di comprendere fino in fondo la sofferenza vissuta in quest’anno e mezzo dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, per cambiare decisamente rotta.
«L’isolamento delle persone con disabilità durante la pandemia – dichiara a tal proposito Falabella – l’abbiamo riscontrato nei corridoi vuoti delle aule scolastiche, nelle corsie degli ospedali e nei luoghi di lavoro. In questo senso il Covid non ha fatto altro che rendere sempre più evidente quella mancanza di pari opportunità che già da molti anni denunciamo con forza e fermezza».
Per questo, dunque, la FISH, che dal 1994 rappresenta decine di Associazioni impegnate per i diritti delle persone con disabilità, non chiede un ritorno alla situazione precedente alla pandemia, ma bensì un ripensamento generale dello Stato Sociale, un nuovo sistema che superi le tradizionali politiche di protezione delle persone con disabilità, andando nella direzione dei diritti, alla salute, all’istruzione, al lavoro, nonché sulle questioni di genere, partendo dalla rimozione di tutti quegli ostacoli materiali e immateriali che ne impediscono una piena inclusione.
«Questo – conclude Falabella – chiederemo alle Istituzioni e al mondo della politica: una vera riforma del sistema di welfare, che porti a reali politiche inclusive per le persone con disabilità, da attuare a partire dalle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».