La rilevazione del MIUR sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha diffuso la pubblicazione, a cadenza biennale, L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità.

Nell’anno scolastico 2014/2015 gli alunni con disabilità, nelle scuole statali e non statali di tutti gli ordini e gradi, sono 234.788, pari al 2,7% del numero complessivo degli alunni frequentanti. La quota maggioritaria è presente nella scuola primaria (37,0%) e nella scuola secondaria di primo grado (28,5%).

Nella grande maggioranza dei casi gli alunni con disabilità frequentano le scuole statali, e solo per il 6,8% le scuole non statali; fa eccezione rispetto alla media la scuola dell’infanzia, dove si registra una presenza più diffusa degli alunni con disabilità nelle scuole non statali (28,6%).
Complessivamente gli alunni con disabilità frequentano le scuole statali in misura maggiore rispetto a quanto registrato per gli alunni totali (93,2% vs 87,6%), e la loro incidenza percentuale sul totale degli alunni risulta mediamente più elevata nelle scuole statali (2,8% vs 1,5% per le scuole non statali).

Per quanto concerne la distribuzione territoriale, l’incidenza percentuale degli alunni con disabilità sul totale degli alunni oscilla fra il 2,5% del Nord Est e il 2,9% nel Centro. Significative anche le variazioni tra le Regioni: dal 2,0% della Basilicata al 3,3% dell’Abruzzo.

La percentuale degli alunni stranieri con disabilità sul totale degli alunni con disabilità è pari al 12,0%: valore che appare piuttosto elevato se si considera che complessivamente gli alunni stranieri rappresentano il 9,2% del totale alunni.
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, le Regioni che contano il maggior numero di alunni stranieri con disabilità sono la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Trentino e il Veneto. Viceversa è nel Sud e nelle Isole che si riscontrano le percentuali più basse di alunni stranieri con disabilità in rapporto al numero complessivo di alunni con disabilità.

La seconda parte della pubblicazione fornisce, invece, dati sul sostegno relativi alle scuole a gestione statale.
Tra l’a.s. 2001/2002 e l’a.s.2009/2010 il rapporto tra gli alunni con disabilità e i posti per il sostegno ha avuto un andamento quasi costantemente crescente, passando da 1,88 a 2,09 alunni ogni posto di sostegno; a partire dall’a.s. 2010/2011 tale rapporto ha visto, viceversa, una continua diminuzione, fino ad attestarsi nell’a.s. 2014/2015 a 1,85 alunni per posto di sostegno.
Rispetto alla distribuzione territoriale si oscilla dall’1,38 del Molise al 2,10 del Veneto. Nelle Regioni meridionali il rapporto tra alunni con disabilità e posti di sostegno risulta tendenzialmente più basso.
Nell’a.s. 2014/2015 si contano 119.384 insegnanti di sostegno, il 15,1% del numero complessivo dei docenti (erano l’8,6% nell’a.s. 2001/2002). Di questi, 75.023 hanno un contratto a tempo indeterminato, una percentuale pari al 62,8% (era del 48,1% nell’a.s. 2006/2007).

Nell’ultima parte della pubblicazione viene, infine, proposto un confronto tra i diversi sistemi di inclusione scolastica esistenti nei principali Paesi europei. Ne emergono tre orientamenti prevalenti:

  • “sistema di inclusione”, in cui si ha la massima integrazione degli alunni con disabilità prevedendo l’inserimento di quasi tutti gli alunni con disabilità nel sistema scolastico ordinario (sistema adottato ad esempio in Italia e in Spagna);
  • “sistema con distinzione” che prevede due sistemi di istruzione separati, in cui gli alunni con disabilità vengono solitamente inseriti in scuole o classi speciali e hanno contatti scarsi o nulli con l’ambiente normale (sistema adottato in Germania e nei Paesi Bassi);
  • “sistema misto”, in cui l’istruzione normale coesiste con l’istruzione speciale, che comporta la compresenza di molteplici approcci e servizi: gli alunni con disabilità possono essere inseriti sia nella scuola ordinaria sia nelle scuole speciali, con un insieme di soluzioni diverse (sistema adottato in Gran Bretagna, Francia, Svezia e Finlandia).

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