Yaska è una giovane donna di appena 30 anni che dal 4 agosto del 2015 è stata sottratta alla famiglia, istituzionalizzata e sottoposta a interdizione. Domani, 23 marzo, si terrà un presidio davanti al tribunale di Firenze organizzato dall’Associazione Diritti alla Follia per chiederne la liberazione. La FISH aderisce all’appello che denuncia già da diversi anni la sistematica violazione dei diritti umani cui la donna è stata sottoposta sia in ragione della sua disabilità, sia in ragione del suo genere.
«In questa storia vi sono tanti aspetti che appaiono in contrasto con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09», dichiara Vincenzo Falabella il presidente della Federazione Italiana per il Superamento Handicap. E poi aggiunge: «per questo sosteniamo l’appello per la sua liberazione, ricordando che proprio l’articolo 12 della Convenzione, in materia di uguale riconoscimento dinanzi alla legge, riconosce a tutte le persone con disabilità, indipendentemente dal tipo o dal grado di disabilità, il diritto inalienabile di godere della capacità legale su base di uguaglianza con gli altri». Infine, dichiara Falabella: «questa gravissima vicenda ci porta ancora di più ad impegnarci come FISH, dentro e fuori le istituzioni, nella necessaria lotta alla segregazione».
Silvia Cutrera, vice-presidente della FISH e responsabile del gruppo donne della stessa Federazione, ricorda che «rispettare il dettato della Convenzione ONU significa che in presenza di qualsiasi tipo di disabilità, anche intellettiva e psichiatrica, è sempre fondamentale mettere in atto tutte le misure utili a consentire alla persona di esprimere la propria capacità». Prosegue Cutrera: «l’emergere di storie di questo tipo, invece, ci portano indietro ai tempi più bui del nostro passato in Europa, quando alle persone con disabilità non veniva riconosciuto nemmeno il diritto ad esistere». E poi conclude così, la stessa vice-presidente FISH: «senza però voler scomodare i paragoni storici, è un fatto che la storia di Yaska, oggi, ci parla della negazione del diritto per le donne con disabilità ad esprimere la propria sessualità, di fare scelte in ambito riproduttivo, della negazione del diritto a scegliere con chi vivere e, più in generale della violazione del diritto a non subire discriminazioni a causa di una disabilità».
Per ricostruire tutti dettagli della storia tragica di cui è stata protagonista Yaska, è utile il racconto della vicenda che è stato pubblicato sulla rivista Superando, organo di stampa di cui la FISH è editrice. Una vicenda che assume ancora più importanza proprio nel momento in cui l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, ha lanciato una campagna, tramite una pubblica petizione, per chiedere al Parlamento Europeo, al Consiglio e alla Commissione Europea di vietare la sterilizzazione forzata in tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea. Anche per questo la stessa Federazione Italiana Per il Superamento Handicap, oggi, in maniera compatta, aderisce all’appello proveniente dal mondo associativo per pretendere la liberazione di Yaska.