All’indomani dell’approvazione della Legge di Stabilità, moltissimi organi di informazione hanno erroneamente riportato che il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali avrebbe goduto di un finanziamento aggiuntivo di 200 milioni di euro.
Una notizia dalle gambe corte che è facilmente smentibile dalla lettura dei testi ufficiali approvati. L’impegno per il 2010 per il Fondo era di 435 milioni complessivi da suddividere fra Regioni (380 milioni) e Ministero. Per il 2011 il “Bilancio di previsione dello Stato” propone un importo di 75 milioni di euro, 69 milioni per il 2012, 44 per il 2013.
La Legge di Stabilità approvata definisce lo stanziamento esatto per il 2011 che è indicato nella Tabella C: 73,8 milioni. La stessa Legge, all’articolo 1, comma 38, ha previsto: “Per l’anno 2011, lo stanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali (…) è incrementato di 200 milioni di euro.”
Pertanto la cifra finale che costituisce il Fondo per le Politiche Sociali è di 273,8 milioni per il 2011, 69 milioni per il 2012, 44 per il 2013.
435 milioni nel 2010; 273 milioni nel 2011: fanno 162 milioni. In meno.
È andata peggio al Fondo per la non autosufficienza: 400 milioni nel 2010, 0 nel 2011.
“I servizi di aiuto alla persona, i progetti per la vita indipendente, l’assistenza diretta e indiretta, difficilmente potranno ancora essere garantiti dagli enti locali – dichiara Pietro Barbieri, Presidente della FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Francamente non è nemmeno comprensibile la logica del Governo. Se non si fida di come le Regioni spendono i quattrini del Fondo, faccia a meno di finanziarlo, oppure verifichi, controlli, svolga il suo ruolo. Stanziare 200 milioni non ha senso.”
Una logica che appare effettivamente incoerente. Da una parte si azzera il Fondo per la non autosufficienza, dall’altro si stanziano 100 milioni per “Interventi in tema di sclerosi laterale amiotrofica per ricerca e assistenza domiciliare dei malati”. E quei 100 milioni finiscono proprio nel Fondo che è stato azzerato, per “garantire” – in via eccezionale e residuale – interventi non ben definiti solo per una parte dei cittadini gravemente non autosufficienti.
“Politiche sociali che non hanno logica – conclude Barbieri – né in termini di una presunta ottimizzazione della spesa, né – tanto meno – in termini di garanzia dei diritti umani e civili dei cittadini più discriminati.”