La Fish farà parte del coordinamento nazionale per gli aiuti all’Ucraina

Sin dai primi momenti dell’aggressione bellica all’Ucraina da parte della Russia, la FISH si è attivata per fare tutta la propria parte, impegnandosi da un lato per la pace, dall’altro per evitare ogni ulteriore sofferenza alle persone più fragili, tra cui centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini con disabilità. Un impegno concretizzatosi innanzitutto chiedendo alle Istituzioni di dedicare priorità ai corridoi umanitari per le persone con disabilità dell’Ucraina e le loro famiglie, a partire dai minori e dalle donne con disabilità grave.

Ora, dopo un incontro tra il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Orlando, la Protezione Civile rappresentata dal responsabile di essa Curcio e il Consiglio Nazionale del Terzo Settore, è stato costituito un gruppo di coordinamento interno allo stesso Consiglio Nazionale, che insieme ai Ministeri preposti e al Comitato Operativo Nazionale del Protezione Civile organizzeranno gli aiuti per le popolazioni civili dell’Ucraina e gestiranno i flussi di coloro che giungeranno in Italia.

Il gruppo di coordinamento vedrà la partecipazione del Forum Nazionale del Terzo Settore, dell’Area Impresa Sociale del Forum stesso, della CNESC (Consulta Nazionale Enti Servizio Civile), dell’AOI (Associazione ONG Italiane) e anche della FISH, che all’interno di tale organismo rappresenterà prioritariamente le esigenze di tutte le persone con disabilità.

In tal senso la Federazione sta già attivandosi al proprio interno per definire ogni atto necessario riguardante gli aiuti alle persone dell’Ucraina, nonché l’accoglienza per coloro che stanno arrivando in Italia, accoglienza che per altro è già un fatto concreto da parte di alcune organizzazioni componenti la rete associativa FISH, nei confronti di altrettante famiglie con bambini e bambine con disabilità.

«Sono circa 2 milioni e 700.000 – ricorda il presidente della FISH Falabella – le persone con disabilità che vivono in Ucraina, con circa 110.000 bambini e bambine chiusi in strutture istituzionali, alcune delle quali già attinte da missili russi. Continuiamo dunque a lavorare con i Ministeri preposti, con la Protezione Civile e con tutta la nostra rete associativa affinché molte di queste persone possano raggiungere il nostro Paese».

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