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Il ddl delega non autosufficienza mette in secondo piano le persone con disabilità

Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato lo Schema di Disegno di Legge Delega sulla non autosufficienza, apportando alcune delle modifiche che le organizzazioni FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) avevano richiesto, dopo avere visionato la prima versione del testo, presentata all’inizio di quest’anno.

Quel testo, secondo le Federazioni, era stato giudicato come irricevibile, in quanto incentrato prevalentemente sulle persone anziane non autosufficienti, relegando le persone con disabilità e le loro famiglie ad una visione marginale della non autosufficienza. Anche perché una larga parte delle persone con disabilità è rappresentata da giovani e adulti anche non autosufficienti.

Nell’ approvato disegno di Legge, pur avendo riscontrato alcuni miglioramenti rispetto alle prime bozze di testo, ci sono ancora oggi alcuni aspetti che preoccupano le due Federazioni. Il primo fra tutti è il riferimento al finanziamento delle varie prestazioni sanitarie e socio-sanitarie (come da art. 8 del decreto) attraverso fondi già esistenti (Fondo LEA-Livelli Essenziali di Assistenza, Fondo Non autosufficienza, Fondo Politiche Sociali, Fondo Caregiver), ciò che significherebbe ridurre ancor di più il barile delle già esigue risorse che, in questi fondi, sono dedicate alle persone con disabilità.

FISH e FAND, inoltre, avevano ritenuto imprescindibili le modifiche agli articoli 3 e 4 del testo, che sono state apportate, relativi alla promozione dell’autonomia, la prevenzione delle fragilità, l’assistenza e la cura delle persone non autosufficienti e l’assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti.

Le federazioni si era espresse negativamente anche su altri punti, che però sono rimasti sostanzialmente invariati nel testo finale. Tra queste le principali riguardano la riduzione del monitoraggio sui risultati degli interventi riguardanti LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) e LEA. Ed ancora, questo provvedimento viene considerato «una grande riforma» si dovrebbe attuare con soli 500 milioni, ovvero quelli previsti dal Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze. Torna dunque il problema della mancanza di risorse aggiuntive.

«Al netto di queste evidenze, riteniamo che il testo del Ddl delega sulla non autosufficienza metta ancora una volta in secondo piano le persone con disabilità non autosufficienti e non vi è alcun richiamo ai principi contenuti nella legge delega sulla disabilità. Quello di ieri, per altro, potrebbe essere stato l’ultimo atto di questo Governo. Per questo auspichiamo di poter avviare un’interlocuzione fattiva in tempi rapidi con il prossimo Esecutivo per una collaborazione istituzionale affinché si riescano ad elaborare assieme risposte sulle reali necessità delle persone non autosufficienti». A dirlo sono i presidenti di FISH e FAND, Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano.

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