Anche la scuola si prepara e si predispone alla cosiddetta Fase 2.
Il diritto allo studio, la formazione di migliaia di studenti, la necessità di innovare le tecniche, le strutture, i procedimenti e le logiche stesse della formazione sono sfide delicate e nevralgiche che comportano capacità, competenza e visione politica.
Il tema della disabilità è trasversale a tutte queste sfide, certamente non è una questione a parte o secondaria o da trattare in separata sede.
Per questo motivo lascia perplessi e contrariati l’atto appena approvato dal Ministro dell’Istruzione che istituisce un Comitato di esperti che dovrebbe mettere rapidamente a punto un Piano generale per la scuola post-emergenza COVID.
I nomi degli esperti e l’elencazione degli obiettivi del Comitato tradiscono purtroppo una considerazione del tutto marginale della disabilità. Non se ne trova traccia esplicita, non si rileva alcun nome che possa vantare esperienze o approfondimenti in materia di disabilità.
Eppure la Fase 1, quella della piena emergenza, ha riservato molte lacune verso gli alunni con disabilità. FAND e FISH l’hanno ripetutamente segnalato, denunciato, documentato anche in sede ministeriale: il sistema scolastico italiano non è stato in grado di supportare la didattica a distanza per gli alunni con disabilità, il sostegno, l’uso di ausili alla comunicazione e la personalizzazione di software didattico. Più volte le Federazioni hanno chiesto aiuti e supporti per gli studenti esclusi e per le famiglie lasciate sole. Poco si è ottenuto e – per il futuro immediato – queste mancanze richiedono impegno, coprogettazione, determinazione e conoscenza profonda dei dettagli, delle buone prassi e delle possibili soluzioni.
Comune la reazione e l’istanza di Vincenzo Falabella (presidente FISH) e Nazaro Pagano (Presidente FAND): “È un errore grave non avere considerato espressamente la variabile della disabilità negli obiettivi del nuovo Comitato. Dopo il recentissimo incontro con la Ministra Lucia Azzolina ci attendevano ben altro. A questo Comitato, pur carente di esperti sui temi che più ci interessano, auguriamo comunque buon lavoro. Alla Ministra Azzolina consigliamo invece di compensare questa lacuna nell’interesse di tutti, in particolare dei diretti interessati. Saprà trovare le forme e i modi adatti per trasformare una delusione in una rinnovata produttiva disponibilità anziché in un motivo di sterile conflittualità, senza dimenticare che la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità prevede il diretto coinvolgimento delle organizzazioni che le rappresentano, condizione al momento non rispettata.”