Nelle ultime ore si sta facendo strada l’ipotesi di equiparazione dei titoli esteri per la specializzazione sul sostegno didattico. Confidiamo che questa ipotesi venga accantonato dal Governo e si potenzino invece le università italiane in modo da evitare la carenza di docenti specializzati. A differenza del nostro Paese, in cui da oltre cinquant’anni lavoriamo per l’inclusione scolastica, in molti altri Stati esistono ancora le classi speciali per i soli alunni con disabilità. L’approccio di quanti si sono formati professionalmente in quei Paesi è dunque gioco forza differente dal nostro.
Per incrementare la presenza di personale docente formato sarebbe dunque importante istituire dei corsi dei laurea per il sostegno presso le facoltà di scienze della formazione. Seguendo questo percorso sarebbe facilitata ed incrementata la specializzazione degli insegnanti di sostegno. Ciò consentirebbe di procedere anche con la nostra proposta di legge sulla separazione delle cattedre, che il ministro dell’Istruzione aveva valutato come positiva.
“Dal 1986 in Italia c’è una normativa che cancella di fatto le classi speciali e l’approccio all’insegnamento che ne derivava. Equiparare i titoli esteri per la specializzazione su sostegno didattico significherebbe tornare indietro, e questo non è concepibile. Incaricare, questi professionisti, tramite la messa a disposizione, per un tempo determinato, come già avviene, data l’attuale carenza di personale specializzato è invece una risposta giusta, purché resti temporanea”. A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.