Oggi alcune testate (ad esempio Repubblica: Welfare, giro di vite per i redditi più alti) presentano le ipotesi di riforma dell’indicatore della situazione economica che sarebbero emerse nel corso di incontri fra regioni e sindacati da una parte e Governo dall’altra. Per altro erroneamente viene riportata la presenza del Ministero dell’Economia, per ora formalmente assente dai tavoli di confronto, tenuti invece dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Cecilia Guerra.
Anche la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap è stata convocata (ieri, 14 maggio) dal Ministero su queste importanti questioni. Al momento sono oggetto di confronto solo i nuovi criteri e modalità di calcolo dell’ISEE, particolarmente complessi e delicati, e cioè la definizione di redditi, patrimonio e relative compensazioni.
Al contrario non è ancora sul tavolo l’altrettanto delicato aspetto della definizione di quali saranno le prestazioni e i servizi sui quali, a partire dal 2013, sarà obbligatoriamente applicato l’ISEE. Tanto meno è stata fissata alcuna soglia ISEE di riferimento.
Ciò significa che non è ancora stato stabilito se, ad esempio, alle pensioni e alle indennità per le persone con disabilità sarà applicato l’ISEE. Ad oggi l’indennità di accompagnamento, per la sua stessa natura indennitaria di servizi non resi, non è sottoposta a limiti reddituali. Le altre prestazioni (assegni e pensioni) sono invece condizionate dal reddito personale.
Secondo le indiscrezioni diffuse, al contrario, il Governo sarebbe pronto ad applicare, dal 2013, l’ISEE a tutte le prestazioni assistenziali, incluse quelle per i disabili anche gravi.
“La FISH ribadisce quanto ha sempre sostenuto e cioè la risoluta contrarietà a qualsiasi misura che possa privare le persone con disabilità di ciò che troppo spesso è l’unico sostegno ad una vita dignitosa – sottolinea Pietro Barbieri, presidente della FISH – Quindi, va esclusa con decisione l’applicazione dell’ISEE a quelle provvidenze economiche. Su questo siamo pronti ad ogni iniziativa di protesta civile ma rigorosa.”
La pubblicazione di tali “indiscrezioni” ha suscitato immediata e diffusa reazione nei social network e presso le segreterie delle associazioni, sollevando risentite proteste delle persone con disabilità, dei loro familiari e, in modo unanime, di tutto il movimento dell’impegno civile in questo ambito.