Dalla Gran Bretagna arriva un esempio di come il pregiudizio verso la disabilità, e forse la malafede politica, possano contribuire alla diffusione di fake news con un potenziale enorme danno per i bersagli di tali manovre.
Giovedì scorso Philip Hammond, Cancelliere dello Scacchiere (ministro del Tesoro) del Governo May, audito dalla Commissione parlamentare tentava di giustificare il basso tasso di crescita (0,1%) dell’ultimo trimestre con evidenti difficoltà a motivare l’impasse delle politiche economiche dei Tories.
E nelle sue dichiarazioni non trovava di meglio che addossare la responsabilità di tale frenata all’immissione nel mercato del lavoro di molti lavoratori con disabilità.
Va detto, per comprendere il contesto, che negli ultimi 10 anni specifiche politiche (iniziate ben prima del Governo May) e un ripensamento dei servizi per l’impiego hanno prodotto una occupazione di circa un milione di persone con disabilità. Il gap è ancora notevole: sono occupati il 47,6 % dei disabili inglesi (più o meno il doppio di quelli italiani) contro il 79,2% della restante popolazione in età lavorativa, ma proprio in questi giorni è stato lanciato un programma per intervenire anche su questa disparità con l’obiettivo di annullarla entro il 2020.
Superfluo dire che questi interventi sono maldigeriti da taluni ambienti pseudoliberisti e la subdola dichiarazione di Hammond, che contestualmente si dice orgoglioso di tali politiche inclusive, ne è la testimonianza.
Ma abbiamo un secondo esempio dal Regno Unito e cioè di come dovrebbero reagire la politica e la società civile a queste dichiarazioni e pregiudizi. Nelle 48 ore successive alle dichiarazioni di Hammond, non c’è stata testata giornalistica che non abbia stigmatizzato la sua infelice uscita, e inoltre ci sono state decine di dichiarazioni di organizzazioni del movimento, smentite di studiosi, con numeri e cifre e soprattutto una presa di distanza di tutte le forze politiche, compresi gli ambienti governativi.
L’affermazione sulla presunta improduttività delle persone con disabilità non solo è da rigettare sotto il profilo etico, ma è dimostratamente un falso, numeri, cifre, storie, trend alla mano.
“Come italiani quelle dichiarazioni, riprovevoli, non ci stupiscono – commenta Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – È ancora vivo il ricordo di un ministro dell’economia nostrano che si interrogava provocatoriamente su come l’Italia potesse essere competitiva avendo in carico 3 milioni di disabili. E mantiene ancora vividi i suoi colori la copertina di uno dei settimanali più diffusi che rappresentava la persona con disabilità come un pinocchio bugiardo. Insomma in quanto a bufale e a pregiudizi nulla abbiamo da insegnare in Europa e Oltremanica. Dagli inglesi invece abbiamo da imparare come si reagisce a tutto ciò.”