“Avevamo chiesto, in tempi non sospetti, l’approvazione di norme chiare che impedissero furberie ed abusi nella fruizione dei permessi lavorativi e che tutelassero i veri beneficiari, cioè le persone con disabilità grave. È stata approvata una norma inconcludente e che non tutela i disabili. Ma oltre al danno ora c’è pure la beffa e lo spregio alle minime garanzie giuridiche”. Con chi se la prende Pietro Barbieri, presidente della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap?
È presto detto: l’INPS ha diramato in questi giorni le indicazioni operative (Messaggio 1740 del 25 gennaio 2011) per l’applicazione delle disposizioni contenute nel Collegato Lavoro in materia di permessi ai lavoratori (ex Legge 104/1992) che assistono un familiare con grave disabilità.
Nel messaggio si prevede che entro il 31 marzo, dopo aver ricevuto una specifica comunicazione INPS, molti lavoratori forniscano precisazioni circa la fruizione dei permessi lavorativi.
Nel mirino i casi dubbi che però non sono i “furbi” ma semplicemente i lavoratori che, forse, dopo l’approvazione della Legge 183 del 4 novembre 2010, non hanno più i requisiti per fruirne. Un controllo che, oltre che dovuto, sembrerebbe corretto.
Ma c’è un “ma”: mentre si attendono le controprove dagli interessati, i permessi vengono sospesi e ne viene data comunicazione al lavoratore e al datore di lavoro.
A parte il probabile esito che, secondo la FISH, vedrà la conferma della stragrande maggioranza dei permessi proprio a causa dell’incredibile gamma di eccezioni previste dal Legislatore, c’è un principio di garanzia che viene leso con la sospensione preventiva.
Ma non è tutto: nei casi in cui gli elementi non siano sufficienti a confermare la concessione dei permessi, il relativo pagamento da parte dell’INPS viene definitamente revocato. Lo stesso effetto è prodotto dal mancato invio della documentazione richiesta. In questi casi l’INPS procede al recupero dei relativi pagamenti già effettuati o interviene sui conguagli all’azienda, dal 24 novembre 2010 alla data di comunicazione.
Come si può intuire, i disagi per i lavoratori non sono di poco conto: se rientrano fra gli eventi diritto anche in base alle nuove indicazioni, ben che vada rimarranno senza la possibilità di fruire dei permessi per qualche mese. Se non ne hanno diritto in forza delle nuove disposizioni, si troveranno a “pagare” retroattivamente.
Insiste Barbieri: “I disagi e le ricadute sono su chi ha correttamente fruito, fino ad oggi, dei permessi lavorativi, non certo su chi ne gode in modo elusivo a danno dei reali beneficiari: le persone con disabilità. Vi ravvisiamo la stessa caotica logica demagogica, persecutoria e inconcludente, ispirata dal Ministro Tremonti, adottata nella caccia ai falsi invalidi. E su questo chiederemo chiarimenti”.
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