Conte incontra FAND e FISH sul decreto Maggio

Giuseppe ContePur in un momento frenetico di elaborazione normativa e di confronto politico, il Presidente del consiglio dei Ministri ha accolto la richiesta di un ulteriore confronto con le due maggiori Federazioni delle persone con disabilità. Ulteriore perché nelle ultime settimane FAND e FISH hanno elaborato e diffuso molte proposte, chiosato le ipotesi governative, suggerito o caldeggiato modificazioni ed aggiustamenti dei molti provvedimenti approvati.

L’incontro nell’imminenza della diffusione del cosiddetto “decreto maggio” è quindi l’ideale prosecuzione di un confronto ormai consolidato.

L’ampiezza delle istanze e delle proposte operative delle Federazioni è pari alla complessità del decreto che investirà temi economici, del mercato del lavoro, del sostegno alle imprese, del supporto alle famiglie e di contrasto alla povertà e al rischio di impoverimento.

Nel momento drammatico quindi anche FISH e FAND non possono che riprodurre l’estrema variabilità dei rischi e dei disagi per le persone con disabilità.

C’è sicuramente l’ambito del lavoro con la necessità da un lato di tutelare la salute di tutti e l’eventuale maggiore esposizione di alcuni lavoratori con disabilità, dall’altro di evitarne la marginalizzazione. Ma vi è anche l’urgenza di perfezionare, confermare, chiarire strumenti di flessibilità e di conciliazione fra lavoro e necessità di assistenza familiare, in particolare in un momento in cui centri e scuole sono chiusi e i servizi di trasporto sono rallentati e di difficile fruizione.

La riapertura dei centri per le persone con disabilità è una scelta che è stata affidata alle Regioni. In questo momento le risposte sono rade e assai poco omogenee, con un conseguente disorientamento di molte famiglie che da un un paio di mesi si sono assunte il carico totale dell’assistenza. I caregiver familiari, le cui condizioni in taluni casi sono già al limite della sostenibilità, meritano una attenzione più concreta e per troppo tempo rimandata.

Su questi risvolti, come sulle lacune della didattica, non sono mancate le sollecitazioni già espresse anche al Ministero della Pubblica Istruzione.

Poi ci sono i timori per i rischi di impoverimento e di isolamento sociale: rivedere i criteri del reddito di cittadinanza rimuovendo quei criteri che rappresentano una disparità di trattamento, inserire nel nuovo strumento del reddito di emergenza elementi di maggiore attenzione per i nuclei con persone con disabilità, aumentate i Fondi destinati alla disabilità (FNA, Vita indipendente e dopo di noi) sono interventi quanto mai necessari.

Infine un fenomeno preoccupa molto le Federazioni, quello segnalato da più parti che riporta atti di violenza di genere acuiti nel corso della Fase 1. La violenza di genere, ancora più spesso, riguarda le donne e ragazze con disabilità: vanno attivati, rafforzati, qualificati gli interventi per contrastare in tutti i modi questi episodi.

“Abbiamo ottenuto la prevedibile attenzione, – annunciano Vincenzo Falabella e Nazaro Pagano, rispettivamente presidente FISH e FAND – ma anche conferme e chiarimenti su alcune misure già previste del ‘cura Italia’. Vi sono aperture future per un confronto sulla revisione dei trattamenti pensionistici, richiesti con forza dalle Federazioni. Ma soprattutto abbiamo apprezzato dal Presidente Conte la risoluta intenzione di intervenire per la deistituzionalizzazione e il rafforzamento degli interventi per la vita indipendente delle persone con disabilità. Attendiamo ora il testo completo del decreto di maggio, per poterlo analizzare nella sua completezza.”

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