Tra le migliaia di emendamenti alla Manovra ne svetta uno per bizzarria. È quello della Lega a proposito dei falsi invalidi. L’idea del Carroccio è di aprire l’opportunità di un condono: entro 180 giorni i falsi invalidi e i medici che li hanno certificati possono autodenunciarsi evitando così le eventuali sanzioni.
«In questo modo – spiega Massimo Garavaglia, vicepresidente leghista della commissione Bilancio del Senato – diamo la possibilità allo Stato di risparmiare soldi e tempo per tutti gli accertamenti, mentre chi è nel torto potrà riparare senza pagare nulla. Sapendo che comunque prima o poi li avremmo scoperti».
Si tratta di un’idea tutt’altro che originale: già nel 1994 era stata accantonata malamente, per evidente inapplicabilità, una analoga proposta avanzata allora da AN e appoggiata da Forza Italia e dalla formazione di Clemente Mastella.
Anche la “rinnovata” proposta sembra ignorare il settore dell’accertamento delle minorazioni civili, i meccanismi di riconoscimento, lo stesso fenomeno degli accertamenti facili. Inoltre fissa la sua attenzione solo sugli invalidi che percepiscono provvidenze assistenziali e non su quelli che fruiscono di agevolazioni indirette. Se è vero che almeno il 70% delle persone cui è stata revocata la pensione in seguito agli ultimi controlli presenta ricorso, come si più ritenere che i “falsi invalidi”, motu proprio, si autodenuncino?
La proposta interviene per un mero recupero di qualche migliaio di provvidenze economiche, senza introdurre nessun elemento di riorganizzazione, di efficienza, di “pulizia” in un àmbito che ne necessita ora più che mai. E su questo concordano FAND e FISH, le due Federazioni che raggruppano le maggiori e più significative associazioni italiane di persone con disabilità e dei loro familiari.
«Siamo storicamente contrari a questo genere di “inciuci” – protesta Giovanni Pagano, Presidente della Federazione tra le Associazioni Nazionali della persone con Disabilità – e agli avventurismi dalla destinazione incerta. Lo Stato si assuma la responsabilità dei controlli come ha già iniziato a fare.»
«I “falsi invalidi” sono una piaga innanzitutto per chi disabile lo è per davvero – prosegue Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Non ci devono più essere scusanti per dilazionare l’impegno a favore delle persone con disabilità, l’adeguatezza degli stanziamenti, le politiche di reale inclusione.»
Un “no!” secco, quindi, a qualsiasi condono. Un “no!” che non può che trovare il consenso nel buon senso bipartisan
La preoccupazione di FAND e FISH, in effetti, più che a queste estemporanee proposte, deriva dall’incombere dei tagli ai trasferimento alle Regioni. Uno studio della CGIA di Mestre della scorsa settimana evidenzia un taglio di ben 878 milioni di euro per le voci relative all’assistenza sociale. E quei tagli riguarderebbero anche gli invalidi, quelli veri.