Assegno unico, ricordando una lunga battaglia della FISH

 "genitore che bacia la testa di suo figlio down" di Andreas Bohnenstengel

Il 19 ottobre del 2019 e il 27 ottobre 2020 la FISH veniva chiamata, per ben due volte, in audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati ad esprimersi sulla proposta di legge recante il riordino e il potenziamento delle misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi.

E in quelle sedi la Federazione Italiana Superamento Handicap presentava alcuni emendamenti.  In particolare, si chiedeva al legislatore di far valere il principio che nessun assegno o dote potevano costituire l’occasione per ridurre o comprimere i servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi per la disabilità, già previsti dalla normativa vigente e in particolare dai LEA, i livelli assistenziali di assistenza. Non soltanto.

Si riteneva allora che «quel provvedimento, anche se apprezzabile, non andava a compensare la necessità di politiche e servizi integrati e strutturali per la disabilità», ricorda oggi Vincenzo Falabella, presidente della Fish: «soprattutto, lanciavamo l’allarme sul fatto che rimanevano esclusi dal perimetro normativo previsto, per età e per condizioni di vita, cittadini che pur si trovavano in condizione di necessità e supporto».

E per questo, continua Falabella: «chiedevamo al Parlamento l’introduzione di altre misure inclusive per prevenire le diseguaglianze che il provvedimento, così come era stato concepito, rischiava di acuire. Nello specifico, sottolineavamo la necessità del riconoscimento di un assegno maggiorato rispetto agli importi previsti in misura non inferiore al 40 per cento per ciascun figlio con disabilità a carico, fino al compimento del ventiseiesimo anno di età». E ancora: «una maggiorazione graduata secondo le classificazioni di condizione di disabilità media, grave e di non autosufficienza di cui all’allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2013, n. 159. E ugualmente lo chiedevamo per la dote unica».

«Proprio l’esame del disegno di legge», sottolinea il presidente della FISH: «ci ha offerto l’occasione di proporre indicazioni utili a migliorare un testo di importanza epocale e dall’impatto rilevante per le famiglie italiane, raccogliendo l’attenzione e l’apprezzamento dei parlamentari». In questo senso, continua Vincenzo Falabella: «riteniamo che supportare la famiglia nel suo ruolo educativo, di cura, di luogo di relazioni, di primo medium dell’abitare sociale, e quindi dell’inclusione, sia un impegno ineludibile per tutti».

E poi conclude così il presidente della FISH: «Per questo, dopo l’approvazione di ieri, anche al Senato, dell’assegno unico e universale siamo doppiamente soddisfatti, sia perché i nostri emendamenti a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie sono stati accolti, sia perché appare che dalla misura nessuno è stato escluso. E, altrettanto, riteniamo utile ricordare l’impegno, la determinazione, e il lungo lavoro portato avanti in sede di audizione parlamentare dalla Federazione Italiana Superamento Handicap».

Qui l’approfondimento a cura del Centro Studi Giuridici Handylex.org

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