È in discussione alla Camera una proposta di legge (Atti della Camera 687) che prevede di affidare al Governo una delega per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e la dote unica per i servizi.
L’intento espresso dalla proposta è, in generale, apprezzabile in particolare perché orienta le misure di sostegno anche verso cittadini che attualmente non possono accedere al sistema delle detrazioni fiscali essendo incapienti, quindi anche in una situazione di maggiore esposizione all’impoverimento ed alla povertà.
Ciò non poteva che attirare l’attenzione di FISH che da sempre segnala come la disabilità rappresenti uno dei primi determinanti dell’impoverimento. Ci si augura che su questo solco vi siano ulteriori interventi normativi che possano incidere anche su altri gruppi di cittadini contrastando, ad esempio, l’impoverimento fra gli anziani non autosufficienti ma anche verso gli adulti che restano ancora esclusi dal perimetro di questa proposta.
In estrema sintesi la proposta prevede un assegno unico per i figli, differenziato a seconda dell’età e maggiorato nei casi di figli con disabilità, che dovrebbe essere erogato in forma di detrazione o in forma di assegno vero e proprio. La misura dovrebbe sostituire, aumentando gli importi, le attuali detrazioni IRPEF per carichi di famiglia (attenzione: non le detrazioni per spese sanitarie).
La dote invece, erogata in forma di carta acquisti, è orientata a supportare spese di supporto alla genitorialità e ai figli. Anche questa verrebbe maggiorata nel caso di figli con disabilità.
La FISH è stata audita sul testo dalla Commissione XII della Camera dei deputati ed ha depositato una propria memoria.
FISH ha richiesto alcuni miglioramenti del testo finalizzati ad un migliore e più equo impatto sulle persone con disabilità e sulle loro famiglie.
Si è richiesto che i compensi per le borse lavoro vengano considerati redditi esenti; i giovani con disabilità che oggi percepiscono quegli incentivi per avvicinarsi al mondo del lavoro non sono più a carico dei genitori se superano i 4.000 euro lordi l’anno. Questo li escluderebbe sia dall’assegno unico che dalla dote unica.
Il secondo richiamo di FISH è a considerare anche quei nuclei in cui non siano presenti i genitori e le persone con disabilità siano a carico di fratelli, sorelle, nonni.
Sull’assegno unico FISH ha proposto che si assuma come riferimento il valore più elevato a prescindere dall’età e fino a 26 anni, indicando anche modalità selettive basate sulla gravità della disabilità.
Analogamente anche per la dote unica, che nel testo terminerebbe a 14 anni, FISH ha proposto di estenderla almeno a 20 anni nel caso di disabilità e di prendere come riferimento il valore più elevato.
“Abbiamo rilevato attenzione da parte della Commissione. – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH, al termine dell’audizione – Le nostre richieste impongono ovviamente una valutazione politica e finanziaria. Siamo consapevoli che queste misure non sono risolutive per assicurare una trasversale e strutturale risposta alla disabilità, ma ogni singolo intervento o possibilità vanno comunque praticati ogniqualvolta si presentino.”