La FISH e la FAND, le due organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità, oggi hanno ufficialmente incontrato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, e il suo Sottosegretario, Maria Cecilia Guerra.
Le questioni sul tavolo sono numerose, come sono forti le preoccupazioni espresse in questi mesi per le sorti delle politiche sociali rivolte alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Temi caldi: l’ISEE, le risorse per i servizi, l’occupazione, l’indennità di accompagnamento.
Da parte governativa si è voluto da subito sottolineare un principio: è un segno di civiltà garantire prestazioni e servizi alle persone con disabilità. Il che, tuttavia, non significa raggiungerlo subito, date le condizioni economiche e di bilancio attuali.
Di fatto decade la discussione sul disegno di legge delega di riforma fiscale e assistenziale (presentato a luglio da Tremonti) che pesanti ricadute avrebbe comportato per servizi e prestazioni. Certamente – questa è la rassicurazione – non è dal “sociale” che verranno drenate le risorse per sanare il bilancio dello Stato.
Il gettito per la cosiddetta clausola di salvaguardia (aumento dell’IVA evitato se si trovano altri introiti) dovrebbe provenire invece da interventi sul fisco e cioè da un forte contrasto all’evasione e da una parziale revisione di alcune imposizioni tributarie.
Più complessa la posizione sull’ISEE, cioè sulle modalità di calcolo del reddito familiare e sugli ambiti di applicazione di tale strumento oggetto della recente “Manovra Monti”. Da parte governativa si rileva che esiste una questione di equità interna che suggerisce una differenziazione fra persone con disabilità e anziani, ma che contestualmente alla ridefinizione dell’ISEE è necessario agire sui livelli essenziali di assistenza riprendendo un percorso purtroppo interrotto. Non vi sarebbe, secondo il Ministro, nessuna intenzione di predisporre una riforma penalizzante o restrittiva.
FISH e FAND hanno decisamente sostenuto la necessità di evitare che l’ISEE o altre misure possano comprimere il diritto e la concessione dell’indennità di accompagnamento, unica provvidenza per ora assicurata per evitare gli “arresti domiciliari” di migliaia di persone con disabilità. Al contempo le Federazioni hanno concesso di poter riflettere, con equità e ponderazione, sulle differenti condizioni di chi non sia in grado di produrre reddito e chi invece abbia svolto la sua normale vita lavorativa, garantendosi redditi e copertura previdenziale.
Il futuro ISEE verrà usato anche per le prestazioni assistenziali (quindi per l’indennità di accompagnamento)? Su questo aspetto non c’è stata alcuna rassicurazione governativa. Le decisioni saranno frutto di un confronto fra tre Ministeri: Economia, Lavoro e politiche sociali, Salute. FISH e FAND hanno precisato che questo è un aspetto fondamentale su cui vigileranno con particolare attenzione e porranno in atto le azioni del caso.
Sul fronte dell’occupazione e del lavoro, le Federazioni hanno sollecitato il Ministero ricordando l’ineludibile funzione di mediazione dei servizi pubblici per l’impiego e il fondamentale ruolo di controllo sulle “scoperture”, cioè sulle aziende che – pur obbligate – non assumono persone con disabilità. Entrambe le funzioni sono fortemente carenti.
Infine, raccogliendo l’interesse del Ministero, FAND e FISH hanno caldeggiato l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità come luogo migliore nel quale confrontarsi ed assumere gli elementi utili per le future politiche e per le relative risorse.
Un buon ascolto ha ottenuto anche la proposta di elaborare un complessivo Piano di azione sulla disabilità in seno ad una Conferenza nazionale in grado di raccogliere, confrontare e condividere le migliori e più sostenibili proposte.