Le mimose non bastano
La dimensione digitale della violenza di genere
8 marzo 2023 ore 17.30
Digital talk
Il 20 ottobre 2021, il GREVIO, Gruppo di esperti/e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne, organismo indipendente del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul in tutti i paesi che l’hanno ratificata, ha adottato la Raccomandazione generale n. 1 sulla dimensione digitale della violenza di genere.
La violenza contro le donne, compresa la violenza domestica, è una delle forme più gravi di violazione dei diritti umani basata sul genere ed è un fenomeno mondiale. Da molti anni, gli episodi di violenza di genere contro le donne sono stati amplificati o agevolati dalla tecnologia, in particolare la tecnologia utilizzata negli ambienti online e digitali. Il GREVIO considera allarmante la perpetrazione della violenza contro le donne online o con l’aiuto della tecnologia, ritenuta come una continuità aggravante delle diverse forme di violenza che colpiscono le donne. Le forme digitali di violenza di genere contro le donne sono particolarmente evidenti per le donne esposte a forme incrociate di discriminazione dovute a fattori quali disabilità, status di migrante, orientamento sessuale, religione, condizione sociale. La violenza di genere contro le donne attuata nella sfera digitale ha un grave impatto sulla vita delle donne, compresa la salute psicologica e fisica, la loro sicurezza e la loro reputazione. L’odioso abuso a cui sono sottoposte le donne negli ambienti online fa sì che molte donne si ritirino dalla partecipazione e dall’esprimere le proprie opinioni sulle piattaforme con una conseguente grave perdita del loro punto di vista.
Nel 2022, secondo l’ultimo rapporto di Vox, Osservatorio italiano su diritti, che monitora l’odio espresso sui social tramite Twitter, le donne sono state le più colpite, seguite dalle persone con disabilità.
Recentemente le donne con disabilità sono state insultate e offese da un tale Sdrumox, youtuber, che, in una trasmissione di 90 minuti e 50.000 visualizzazioni, utilizzando un linguaggio sessista e maschilista ha descritto le sue fantasie sessuali con ragazze con disabilità, soprattutto con sindrome di Down, denigrandole e riducendole a passivi oggetti sessuali. Tali azioni costituiscono forme di molestie sessuali online, atti di bullismo a sfondo sessuale che alimentano la diffusione di volgarità sul presunto comportamento sessuale delle donne. Un linguaggio che incita all’odio sessista e contribuisce a creare un clima sociale in cui le donne con disabilità sono umiliate, la loro autostima è ridotta e le loro attività limitate, anche sul lavoro, nella vita privata, sfera pubblica o online. L’incitamento all’odio sessista spesso costituisce un primo passo nel processo verso la violenza fisica, può anche degenerare o incitare ad atti apertamente offensivi e minacciosi, compresi l’abuso o la violenza sessuale o lo stupro, rientrando così nell’ambito di applicazione dell’articolo 40 della Convenzione di Istanbul relativo alle molestie sessuali (art. 40 Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che qualsiasi forma di comportamento indesiderato, verbale, non verbale o fisico, di natura sessuale, con lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona, segnatamente quando tale comportamento crea un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo, sia sottoposto a sanzioni penali o ad altre sanzioni legali.)
Infine, tutte le forme di violenza contro le donne perpetrate nella sfera digitale hanno un impatto psicologico e potrebbero essere classificate come violenza psicologica esercitata online e con l’uso della tecnologia a cui le donne con identità intersezionali sono più esposte.
Nelle conclusioni della Raccomandazione generale n. 1, il GREVIO richiama l’attenzione sulla necessità di riconoscere la violenza contro le donne nella sua dimensione digitale come un continuum della violenza contro le donne offline e invita gli Stati parti a riconoscere la natura di genere della violenza e degli abusi perpetrati online e attraverso la tecnologia raccomandando agli Stati parti di adottare misure adeguate nei settori della prevenzione, protezione, azione penale e politiche coordinate.
Ore 17.30 – Saluti
Vincenzo Falabella, Presidente Nazionale Fish
Ore 17.45
Modera: Silvia Cutrera, Coordinatrice del Gruppo Donne Fish
Intervengono:
“Il caso Sdrumox” – Silvia Lisena, Gruppo Donne UILDM
“La 7a mappa dell’intolleranza” – Silvia Brena, Vox Diritti
“Il linguaggio dell’odio e la costruzione linguistica della diversità” – Federico Faloppa, coordinatore Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio
“Violenza, tramite parole, video ed immagini” – Laura Abet, Gruppo donne Ledha
“Accessibilità digitale: innovazione e tecnologia per l’uguaglianza di genere” – Stefania Leone e Haydée Longo del Gruppo Donne della FISH
ore 19.15 – Dibattito e Conclusioni a cura di Silvia Cutrera