Il quotidiano «Avvenire» denuncia oggi la condizione definita «atroce» che stanno vivendo tantissimi bambini e bambine con disabilità dell’Ucraina, in particolare intellettiva, letteralmente abbandonati nelle strutture istituzionali del Paese, come denunciato dall’organizzazione Disability Rights International, il tutto in spregio di ogni norma internazionale sui diritti umani, a partire dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Fin dalle prime fasi dell’aggressione russa all’Ucraina, la FISH si era attivata, impegnandosi da un lato per la pace, dall’altro per evitare ogni sofferenza a quasi 3 milioni di persone con disabilità presenti in Ucraina, tra i quali almeno 100.000 bambini e bambine segregati dalla società in strutture chiuse.
Lo ha fatto a livello europeo, tramite il Forum Italiano sulla Disabilità, organismo di collegamento con il Forum Europeo sulla Disabilità, che in queste settimane sta intensificando i proprio sforzi per garantire che le persone con disabilità e le loro organizzazioni di rappresentanza vengano supportate, sia per le esigenze più concrete di chi è rimasto nel Paese, sia per quelle di chi ha potuto riparare in altri Stati. Ma lo ha fatto anche a livello nazionale, entrando a far parte di un gruppo di coordinamento interno al Consiglio Nazionale del Terzo Settore, che insieme ai Ministeri preposti e al Comitato Operativo Nazionale del Protezione Civile stanno in particolare organizzando gli aiuti per le popolazioni civili dell’Ucraina e gestendo i flussi di coloro che stanno giungendo in Italia. Di tale gruppo fanno parte anche il Forum Nazionale del Terzo Settore, la CNESC (Consulta Nazionale Enti Servizio Civile) e l’AOI (Associazione ONG Italiane).
All’inizio di marzo la FISH aveva chiesto al Ministro degli Esteri Di Maio e a quella per le Disabilità Stefani, l’immediata apertura di un corridoio umanitario, per consentire il rapido arrivo nel nostro Paese di quante più possibili persone con disabilità dall’Ucraina, a incominciare dai minori e dalle donne con disabilità grave. Ora però, di fronte a quanto denunciato da «Avvenire», basandosi su testimonianze dirette di organizzazioni come Disability Rights International, la stessa FISH ritiene che gli sforzi in tal senso vadano certamente intensificati e che ciò vada fatto rapidamente.
Per questo la Federazione, appellandosi al sistema di aiuti e accoglienza nazionale e internazionale, conferma ancora una volta la propria piena disponibilità a collaborare a tutti i livelli, per porre fine a queste situazioni disumane, che aggiungono orrore a quanto già si è costretti ad apprendere quotidianamente su ciò che sta accadendo nel cuore dell’Europa.