In questo Paese ci si sta accapigliando per ripianare il debito pubblico, ipotizzando, di ora in ora, le più disparate soluzioni, alcune apparentemente eque, altre insostenibili moralmente o praticamente. Si vogliono rassicurare i mercati, la Banca Centrale Europea, gli interessi “forti”.
È invece pressoché totale la disattenzione verso le politiche di sviluppo e le politiche di sostegno alle famiglie e alle fasce più a rischio di esclusione sociale. Sembra vi sia più interesse a salvaguardare i grandi patrimoni, i redditi e le pensioni elevati che a garantire ammortizzatori sociali per chi la crisi la sente già in modo assai grave.
La spesa sociale, addirittura, appare come un bacino da cui attingere per sanare il disavanzo. I tagli agli enti locali avranno quell’effetto, un effetto aggiuntivo a quello già prodotto dalle analoghe e pesanti decurtazioni approvate nelle ultime leggi di stabilità.
Non c’è nessuna traccia nelle proposte di modifica alla Manovra – la seconda in un mese – di misure per reperire e garantire fondi per i non autosufficienti, per le famiglie, per i nuclei a rischio di povertà, per l’inclusione sociale.
E intanto si prepara, per completare la manovra di luglio, una riforma assistenziale perfettamente in linea con un pensiero prevalente: la spesa sociale è improduttiva, come sono un gravame – secondo alcuni – le persone con disabilità e le provvidenze loro corrisposte. Una spesa che va tagliata, e le cui competenze vanno affidate alla carità e alla filantropia. Nessun intento di miglioramento qualitativo delle prestazioni, ma solo la volontà di “salvaguardare i saldi”: 4 miliardi nel 2012 e 20 nel 2013 sono da prendere da questo comparto.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, con estrema fermezza, denuncia la disattenzione generale verso le politiche sociali, che forse non saranno richieste dalla BCE, ma sono sicuramente sancite dall’Unione Europea. Si pone poi in allarme per l’imminenza della discussione della delega al Governo per la riforma assistenziale (esiste già il progetto di legge depositato alla Camera) che non può che essere, con queste premesse, negativa per le famiglie italiane.
“Nell’Italia di domani le migliori idee non avranno fiato e il fiato verrà tolto alle migliori idee. – annota Pietro Barbieri, Presidente della FISH – Giustizia sociale, equità, diritti non avranno più cittadinanza senza le premesse di cui hanno necessità per sussistere. Le risorse per scongiurare la riforma taglia-assistenza vanno trovate oggi. Assieme a quelle necessarie a tranquillizzare la BCE, si trovino anche quelle per ‘tranquillizzare’ noi.”
La sfida che la FISH lancia è, quindi, molto elevata, ma raccoglie i consensi di moltissime persone e associazioni che già si mobilitano in questa direzione per una battaglia da cui dipende la stessa sopravvivenza di servizi essenziali alla persona. “Una mobilitazione nazionale è già stata deliberata. – conferma Barbieri – Stiamo individuando le date e i modi per renderla più efficace. Nel frattempo non abbandoniamo il dialogo e il confronto.”
E la mobilitazione territoriale inizierà il 31 agosto con una manifestazione a Pescara, con l’eloquente slogan “Attenti a metterci con le spalle al muro!” con cui le associazioni abruzzesi chiederanno il confronto con gli amministratori regionali, i parlamentari e il prefetto.