Il 18 luglio 2015 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 165 il Decreto di ripartizione delle risorse afferenti il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per l’anno 2015. Con tale Decreto il Ministero delle politiche sociali provvede, come ogni anno, a suddividere gli stanziamenti approvati dal Parlamento nella precedente Legge di Stabilità.
Per il 2015 la somma ripartita tra le Regioni e l’Amministrazione centrale ammonta a un totale di circa 313 milioni di euro, a fronte dei 293 milioni assegnati nel 2014.
Di questi: quasi 35 milioni rimangono al Ministero e poco più di 278 milioni vengono trasferiti alle Regioni (una cifra in crescita rispetto a quella del 2014, ma inferiore all’ammontare ripartito nel 2013).
Va anche segnalata una novità rispetto ai precedenti Decreti di riparto. Alcune articolate disposizioni che regolano i rapporti finanziari fra Stato e Province Autonome imporrebbero di prevedere la ripartizione teorica anche per le Province di Trento e di Bolzano, salvo rendere “indisponibili” tali stanziamenti che tornano al Ministero dell’Economia. Questo meccanismo ha comportato nel 2014 la diminuzione effettiva del Fondo di 4.359.458,80 euro, e di 4.980.000,00 euro nel 2013. Grazie ad una più “elastica” interpretazione, con il nuovo Decreto tale operazione non è stata applicata, recuperando quindi alle finalità del Fondo circa 5 milioni di euro ripartiti effettivamente fra Regioni e Ministero.
Le Regioni si impegnano a programmare gli impieghi delle risorse loro destinate per le aree di utenza e secondo i macro-livelli e gli obiettivi di servizio indicati in un allegato al Decreto, e conseguentemente a monitorare e rendicontare gli interventi programmati. Si tratta di servizi per l’accesso e la presa in carico da parte della rete assistenziale; servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio; servizi per la prima infanzia e servizi territoriali comunitari; servizi territoriali a carattere residenziale per le fragilità; misure di inclusione sociale – sostegno al reddito.
Il Decreto dispone inoltre la costituzione, a cura del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di un gruppo di lavoro con le Regioni e l’ANCI, al fine di definire, in modo condiviso, un Piano sociale nazionale triennale volto a individuare le priorità di finanziamento, l’articolazione delle risorse del Fondo, nonché le linee di intervento e gli indicatori finalizzati a specificare gli obiettivi di servizio.