“Siamo costretti a smentire ufficialmente e formalmente che il Piano per la non autosufficienza 2019-2021, approvato dalla Conferenza Unificata come allegato del decreto di riparto del Fondo per la non autosufficienza, abbia mai ottenuto l’approvazione e l’avallo della nostra Federazione.”
Così replica pubblicamente Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, alle diffuse critiche e richieste di chiarimenti che provengono dai territori proprio in questi giorni dopo la pubblicazione del decreto cui si accenna sopra.
E Falabella ricostruisce anche l’iter: “Nell’ottobre scorso (il giorno 9) la FISH, con molte altre organizzazioni, è stata convocata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali alla riunione della Rete della protezione e dell’inclusione sociale. Sul tavolo vi era il tema del Fondo per la non autosufficienza e del relativo Piano, strumento operativo e di indirizzo di cui da anni si chiede una attenta elaborazione e una conseguente adozione.”
In quell’incontro la segreteria tecnica ha presentato i dati e le elaborazioni relative che hanno consentito finalmente di avere un quadro un po’ più preciso e trasparente di come negli ultimi anni siano stati spesi dalle regioni gli stanziamenti relativi a quel Fondo.
Nel corso di quello stesso incontro sono stati sinteticamente presentati gli assi su cui elaborare il Piano per la non autosufficienza, strumento utile a costruire comuni livelli essenziali di prestazioni nelle regioni italiane.
“Elaborare quel Piano comporta approfondimenti, attenzioni, confronti, concertazioni fra tutti gli attori, istituzionali e non. E con la condivisione, considerata la Convenzione ONU, con le organizzazioni delle persone con disabilità.”
Al contrario, il testo del Piano non è mai stato presentato o discusso dalla Rete, ma diviene un allegato del decreto di riparto del Fondo non autosufficienza, discusso e sancito dalla Conferenza Unificata il 7 novembre 2019, pronto per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il testo era stato “anticipato” dalla segreteria tecnica della Rete solo il pomeriggio precedente.
“Nel Piano approvato ci sono elementi condivisibili, altri molto approssimativi, altri decisamente non condivisibili. – prosegue Vincenzo Falabella – Ma non è nel merito che vogliamo entrare, anche perché ormai il danno è fatto. È il metodo che è assolutamente inaccettabile: un Piano strategico come questo è stato elaborato ed approvato senza la condivisione dei diretti interessati, perdendo l’occasione di affinare al meglio lo strumento, oltre che di renderlo un patrimonio partecipato e comune.”