Ad oltre 60 giorni dalle consultazioni elettorali il Paese è ancora privo di un Governo che possa operare nel pieno delle sue funzioni. Se ciò rappresenta un danno per tutti i Cittadini, lo è ancora di più per le persone con disabilità e per le loro famiglie.
Questo apparente paradosso è ben illustrato con la riflessione di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap: “La fine della Legislatura, pur essendovi un Governo per l’ordinaria amministrazione, coincide con una sostanziale stasi di parecchi provvedimenti che erano in attesa di diventare operativi. Non si tratta di inezie, di aspetti rinviabili, di marginalità, ma di atti strettamente connessi a diritti fondamentali, come ad esempio il diritto allo studio dei minori, il diritto alla salute, il diritto al lavoro. Ai ritardi pregressi si aggiungono quelli dovuti all’impasse istituzionale ben nota a tutti.”
E in effetti il movimento delle persone con disabilità da mesi sollecita, ad esempio, l’adozione di quei provvedimenti, già previsti in embrione dai decreti applicativi sulla “buona scuola”, che dovrebbero garantire, se emanati per tempo, il diritto allo studio per gli alunni con disabilità e il buon andamento del prossimo anno scolastico.
Ma non è tutto. FISH attira l’attenzione anche sulle Linee guida per l’inclusione lavorativa ancora in attesa di essere pubblicate nonostante siano state previste oltre due anni or sono.
E poi c’è il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità. Pubblicato (dopo due mesi dalla firma) il 12 dicembre 2017, il Programma impone un’articolata fase applicativa che vede interessati, con responsabilità diverse, Governo, Ministeri, Parlamento, Regioni ed Enti locali, oltre ad istituzioni ed organismi pubblici.
“Il Programma – annota Vincenzo Falabella – propone concrete linee di azione su moltissimi ambiti che interessano direttamente o indirettamente la qualità della vita delle persone con disabilità: dalla revisione dei criteri per il riconoscimento della stessa, alla salute, al lavoro, allo studio e alla mobilità. Senza tralasciare temi quali lo sviluppo del sistema statistico e del monitoraggio dell’attuazione delle politiche o la cooperazione internazionale. A oltre sei mesi dalla firma, quel Programma è ancora lettera morta.”
Nel movimento delle persone con disabilità la contrarietà aumenta quindi di giorno in giorno: “Purtroppo non ci rimane che un appello forte al primo garante della Carta costituzionale e degli Atti internazionali ratificati dall’Italia: il Presidente della Repubblica. Riteniamo che i diritti umani non debbano essere messi fra parentesi: ne pagano il prezzo tutti, ma un prezzo maggiore lo pagano proprio le persone con disabilità. Si cerchi quindi una soluzione decisa e straordinaria che incontrerà tutto il nostro appoggio.”