Nel novembre scorso la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap chiese e ottenne un’audizione presso la Commissione di Vigilanza Rai. L’organo parlamentare stava infatti esaminando lo schema di Contratto di servizio Rai 2018-2022, atto di notevole rilievo dato il suo impatto sulla qualità e la strategia dell’informazione e dell’intrattenimento nel nostro Paese.
“In quell’occasione la FISH fu particolarmente decisa e critica – ricorda il Presidente Vincenzo Falabella – esponendo le nostre perplessità sia in Commissione che, per trasparenza, con un immediato comunicato stampa. Non ci convinceva innanzitutto il linguaggio, l’estrema debolezza su misure di contrasto al pregiudizio, all’odio legato alla disabilità, alla provenienza, alla discriminazione multipla, agli stereotipi. E ancora: lo schema del Contratto rivelava un arretramento su molti aspetti che invece necessitano da subito di un adeguamento tecnologico. Pensiamo, ma solo a titolo di esempio, agli audiovisivi e al multimediale, ma anche a soluzioni come la sottotitolazione, le audiodescrizioni, il linguaggio accessibile.”
Il nuovo Contratto 2018-2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 marzo scorso è più soddisfacente?
“Ci sono degli elementi positivi, ma permangono delle lacune invece piuttosto serie – prosegue Falabella – Quella più seria riguarda i principi ispiratori dell’informazione. Non è solo il mancato espresso richiamo ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ma anche alla sostanza della discriminazione basata sulla disabilità. Le mancanze già sollevate nel testo originale permangono tutte e pertanto sulla discriminazione basata sulla disabilità e sui luoghi comuni su di essa i riferimenti sono troppo generici per ingenerare un cambio di paradigma.”
Appare, invece, più articolata la parte relativa agli Obblighi specifici (art. 25) per le persone con disabilità.
Si prevede la sottotitolazione di almeno l’85% della programmazione delle reti generaliste tra le 6 e le 24 e di tutte le edizioni dei Tg nelle fasce orarie meridiana e serale. Questi ultimi saranno tradotti anche in lingua dei segni (LIS) in almeno una edizione al giorno.
Il Contratto prevede poi di “estendere progressivamente la sottotitolazione e le audiodescrizioni anche alla programmazione dei canali tematici, con particolare riguardo all’offerta specificamente rivolta ai minori” senza però fissare tempi di attuazione.
Più stringente è invece l’impegno ad assicurare, entro ventiquattro mesi, le audiodescrizioni ad almeno i tre quarti dei film, delle fiction e dei prodotti audiovisivi di prima serata e ad avviare forme di sperimentazione per favorire l’accesso all’offerta degli altri generi predeterminati.
Una doverosa attenzione – peraltro già obbligatoria per legge – è riservata anche all’accesso delle persone con disabilità sensoriale o intellettiva all’offerta multimediale, ai contenuti dei siti e dei portali Rai.
Il Contratto torna poi generico quando prevede (sine die) di “predisporre un piano di intervento per sviluppare sistemi idonei a favorire la fruizione di programmi radiotelevisivi da parte di persone con deficit sensoriali.”
“E quindi ci rimangono tre linee di impegno: – conclude Vincenzo Falabella – alzare la soglia di rivendicazione sulla qualità dell’informazione pubblica trovando leve anche fuori dal Contratto, ad esempio presso l’Autorità Garante per le Comunicazioni; vigilare sull’effettiva applicazione di ciò che è effettivamente previsto e, infine, agire per l’effettiva applicazione di ciò che è solo genericamente espresso come intento.”