I nuovi LEA sono stati dunque pubblicati in Gazzetta Ufficiale (18 marzo) ma, nonostante la grande enfasi, risultano ancora lontani dall’essere applicabili.
“FISH espresse, in audizione a Camera e Senato, critiche piuttosto articolate e severe. – ricorda Vincenzo Falabella, Presidente della FISH – Le Commissioni di Camera e Senato ne accolsero solo alcune ma nemmeno quelle sono state recepite, se non in modo residuale, nel testo in Gazzetta Ufficiale.”
Non è ripresa, solo a titolo di esempio, la raccomandazione che sia previsto espressamente il diretto coinvolgimento della persona con disabilità e della sua famiglia nella predisposizione del percorso assistenziale (articolo 4, comma 2, lettera d).
Ancora: che sia garantita alle persone con disabilità la continuità assistenziale attraverso il progetto individuale previsto dall’articolo 14 della Legge n. 328 del 2000, che integri interventi sanitari, sociali e di tutela (articolo 5).
E nel testo viene ancora ignorata l’esplicita richiesta di escludere da gara alcuni prodotti protesici di serie che necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo.
A questi mancanti recepimenti si aggiungono tutte le culturali e strutturali criticità dei LEA che FISH ha già avuto modo di esprimere e che sono trasversali ai contenuti: dalla prevenzione alla diagnosi, dalla riabilitazione alle prestazioni protesiche, dai servizi ospedalieri ai servizi sociosanitari residenziali e semiresidenziali, dalle malattie rare a quelle croniche.
“Se qualcuno spera che questi LEA – continua Vincenzo Falabella – siano davvero compiutamente esigibili rimarrà presto deluso. Lo stesso testo prevede, per essere realmente applicato, una serie di Intese Stato-Regioni: sui dispositivi monouso, sulle prestazione protesiche, sui percorsi assistenziali integrati, sull’assistenza ambulatoriale… Sui tempi e gli intenti poco è dato sapere.”
Ma oltre a ciò sono pendenti anche le decisioni che dovrebbe assumere la Commissione nazionale per l’aggiornamento dei LEA (già istituita lo scorso anno) e da cui sono escluse le organizzazioni dei pazienti e delle persone con disabilità. La Commissione entro il 15 marzo (termine già scaduto) dovrebbe presentare la proposta di aggiornamento dei LEA “prioritariamente attraverso la ridefinizione delle prestazioni ovvero la modifica delle loro modalità erogative, garantendo il mantenimento della compatibilità tra risorse e prestazioni da erogare in maniera omogenea sul territorio nazionale, secondo le modalità erogative appropriate, da finanziare in base alla quota d’accesso.”
“Nella sostanza – conclude Falabella – se mancano le risorse i tanto celebrati LEA possono essere ridotti o applicati in modo progressivo. Il che rende i diritti dei Cittadini molto aleatori.”
Ed i segnali, proprio a partire dalle risorse ancora incerte e che mancherebbero all’appello, sono poco rassicuranti dalle parti della Conferenza delle Regioni.
“In questo clima piuttosto caotico, in considerazione di uno strumento – i LEA – su cui nutriamo moltissime riserve, non possiamo che mantenere l’attenzione elevata ed esercitare tutte le azioni possibili per pretendere l’applicazione di un diritto umano incomprimibile: quello alla salute. Per ora i LEA non esistono, non garantendo livelli essenziali e uniformi di prestazioni e servizi nel Paese. E ciò è gravissimo.”