LEA: difficile emendare l’inemendabile

LEA - AusiliLe Commissioni Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera hanno infine formulato i loro Pareri sullo schema di Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri riguardante la definizione e l’aggiornamento dei LEA Sanitari (Livelli Essenziali di Assistenza).

La palla torna quindi al Ministero della Salute e al Governo per la definizione del testo finale che potrà o meno accogliere i citati pareri delle Commissioni Parlamentari.

Pur apprezzando lo sforzo delle Commissioni di emendare il testo – è il primo commento a caldo del presidente della FISH Vincenzo Falabella – questo rimane inemendabile, come avevamo già sottolineato anche in audizione.

Nonostante le proposte di assestamento, infatti, relative in particolare ad alcuni aspetti dell’assistenza protesica, comunque minime ed insufficienti, per la FISH il testo rimane largamente insoddisfacente. Dalla sua redazione FISH e le organizzazioni delle persone con disabilità erano state escluse.

Come FISH ha già affermato in sede di audizione e all’interno di precedenti comunicati, l’impianto e la logica del Decreto non considerano compiutamente i princìpi espressi dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e segnatamente dagli articoli 25 (Salute) e 26 (Abilitazione e riabilitazione) della stessa.

Alcuni tentativi di adeguamento semantico – dichiara a tal proposito Falabella – appaiono giustapposti in un testo che rimane fondamentalmente incoerente. Largamente ignorate, inoltre, sono state le considerazioni espresse dalla FISH concernenti l’assistenza sociosanitaria domiciliare e semiresidenziale. A questo si aggiunga ancora che il Parere reitera l’esclusione del movimento delle persone con disabilità dal monitoraggio e dall’aggiornamento successivo degli stessi LEA”.

Da ultimo, ma non ultimo – conclude il Presidente della FISH – i Pareri confermano una evidente preoccupazione circa la copertura finanziaria del provvedimento, facendo pensare ad una parziale applicazione e presumibilmente ancora una volta disuguale nelle varie zone del Paese.”

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