Nella seduta del 29 giugno della Commissione Bilancio del Senato, l’onorevole Azzollini presidente della stessa, nonché relatore di Maggioranza, in accordo con il Ministero dell’economia, ha presentato l’emendamento alla Manovra relativo alle persone con disabilità. Un emendamento largamente deludente e preoccupante rispetto anche alle rassicurazioni espresse da più parti, oltre che irridente a qualsiasi interlocuzione avvenuta e impegni assunti.
Continua pervicacemente a persistere nel testo l’innalzamento della percentuale di invalidità necessaria per la concessione dell’assegno mensile di assistenza agli invalidi civili parziali (256 euro al mese) disoccupati ed indigenti, nonostante il risparmio dichiarato dallo stesso Ministero dell’economia sia risibile.
Ora c’è di peggio: a questa disposizione l’emendamento introdurrebbe una “correzione” ulteriormente iniqua creando una discriminazione fra le persone affette da una sola minorazione (con percentuale di invalidità superiore al 74%) e quelle affette da varie patologie inferiori all’85%. Ai primi va l’assegno ai secondi, no.
Ma ancora più brutale e devastante è il subdolo intervento che modifica le condizioni medico-legali per l’accesso all’indennità di accompagnamento. L’emendamento governativo limita rigidissimamente le future concessioni a persone: indennità di accompagnamento solo a chi è immobilizzato o che non riesce a svolgere tutte le funzioni fisiologiche. Un criterio pericolosissimo nelle mani di Commissioni di valutazione alle quali non è stata indicata nessuna scala di valutazione a cui attenersi.
Rimangono i controlli sulle “false invalidità” che sono talmente tanti che per eseguirli l’INPS può chiedere aiuto alle Commissioni ASL. Anche questo è previsto dall’emendamento approvato.
A FAND e FISH – le due Federazioni che raggruppano le maggiori e più significative associazioni italiane di persone con disabilità e dei loro familiari – sbalordite da tanta iniqua approssimazione, non resta che inasprire la propria mobilitazione, promuovendo una Manifestazione unitaria a Roma, per il 7 luglio prossimo a Piazza Monte Citorio, alle ore 10.
E la mobilitazione continua anche nel quasi disperato tentativo di far ritirare l’emendamento dal Governo o nel più concreto tentativo di farlo bocciare dal Parlamento.
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