A due anni dalla sua ultima edizione, è stato pubblicato, a cura del Network Non Autosufficienza (NNA), il 4° Rapporto su “L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia”, intitolato per quest’anno Tra crisi e ripartenza.
Il Rapporto, promosso fin dal suo avvio nel 2009 dall’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) – INRCA per l’Agenzia nazionale per l’invecchiamento, offre con scadenza periodica un quadro del sistema, o meglio sarebbe dire dei sistemi regionali, inerenti l’assistenza continuativa per gli anziani non autosufficienti nel nostro Paese.
Secondo la “Bussola” dell’NNA, l’ambito dell’assistenza continuativa in Italia interessa quasi 5 milioni di persone, se si considerano le persone non autosufficienti, i loro familiari, i professionisti dei servizi sanitari e sociali e gli assistenti familiari privati. Ciononostante, il Rapporto denuncia come la tematica dell’assistenza agli anziani sia oggi sottorappresentata nell’ambito del dibattito pubblico, sostituita dalle tematiche inerenti alle manovre di riduzione della spesa pubblica e di stimolo dell’economia reale.
Il Rapporto rileva come tutti i servizi rivolti agli anziani non autosufficienti abbiano limitato negli ultimi anni la loro copertura, mantenendo invariato il tasso di utenti sulla popolazione anziana o addirittura diminuendolo. L’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) è rimasta invariata tra il 2010 e il 2011 (stabile al 4,1%), mentre il SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare) è sceso dall’1,7% dei potenziali utenti over 65 nel 2008 all’1,4% nel 2010 (-0,3%). Il tasso di fruizione dell’indennità di accompagnamento nel 2010 è stato pari al 12,5%, con una contrazione dello 0,4% rispetto al 12,9% dell’anno precedente. Infine, il dato sulla residenzialità suggerisce una leggera diminuzione dei non autosufficienti in residenze nel periodo tra il 2009 e il 2010 (con un calo di circa lo 0,5%).
Complessivamente, la percentuale di PIL destinata alla spesa per anziani non autosufficienti, pur essendo cresciuta rispetto al 2005 (+0,21%), è rimasta immutata tra il 2010 e il 2011 (per entrambi gli anni pari all’1,28%), a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione (+139.000 over 75 solo tra il 2010 e il 2011). Il che significa, in assenza di un incremento delle risorse impegnate, ridurre di fatto la consistenza pro capite dei servizi erogati.
Una parte del Rapporto è dedicata al lavoro di cura privato, che viene definito il vero pilastro dell’assistenza continuativa. Per la prima volta negli ultimi dieci anni si registra una battuta di arresto nella crescita del mercato regolare dei lavoratori domestici iscritti all’INPS. Ma ciò non si accompagna a un minore ricorso agli assistenti familiari. Diversi elementi convergono nel generare cambiamenti rilevanti: la riduzione dell’intervento pubblico e l’aumento dei costi dei servizi residenziali favoriscono la ricerca di soluzioni sul mercato privato, anche con uno spostamento sul lavoro a ore (in luogo della co-residenza), sicuramente più accessibile, e meno costoso, soprattutto se sommerso. Mentre, di contro, le difficoltà economiche delle famiglie portano, in senso complementare, a massimizzare l’assistenza dei caregiver familiari.